Il Frutto della Conoscenza – Recensione

Liv Stromqvist, per chi non la conoscesse, è una fumettista svedese i cui libri riescono a trattare i più svariati temi legati al genere e come le nostre società hanno deciso di fondare le proprie radici su un sistema patriarcale.

Oggi vi parliamo di “Il frutto della conoscenza” edito da Fandango un libro a noi estremamente caro e di cui trovate copie a disposizione presso la Biblioteca Autogestita di Caza Feu in via Valter Fontan 12 a Bussoleno.

 

Il frutto della conoscenza è molto più di un fumetto. E’ un saggio che racconta l’ossessione di alcuni uomini di scienza verso la comprensione e il corpo femminile. Ma lo fa con ironia costringendo chi legge a non prendere niente sul serio e allo stesso tempo a prendere tutto con estrema serietà. 

Da Sant’Agostino ai più insospettabili personaggi come Kellog (sì, proprio quello dei cereali col gallo), la domanda che ha mosso le menti considerate più geniali della storia è “Quale segreto celano i genitali femminili?”

 

Nel cercare di rispondere a questa domanda ma zittendo totalmente la voce di chi con quei genitali ci vive e convive da secoli, i nostri geni senza tempo hanno dato vita alle più assurde teorie che purtroppo ancora oggi regolano la vita pubblica di molte donne nel mondo, comprese noi occidentali. 

 

Questo ha portato alla demonizzazione del piacere femminile, con l’oscurantismo della povera clitoride (questo essere misterioso che a tratti compare e scompare dai libri di anatomia essendo considerato un pene impefetto), all’invenzione freudiana dell’orgasmo vaginale che tutto deve alla penetrazione e senza la quale la donna non potrebbe godere. 

Ma anche pratiche chirurgiche estreme che hanno mutilato centinaia di donne, o per punizione o per risolvere la loro imperfezione. 

 

E’ un libro divertente ma a tratti anche un pugno allo stomaco. Noi come Consultoria Autogestita ne consigliamo la lettura per ogni età. Perché con la sua semplicità e accuratezza storica, sposta brutalmente il baricentro da quello che è sempre stato dato per assodato e restitutendo dignità a chi il proprio corpo lo conosce e se ne avesse la possibilità, potrebbe gestirselo da sola.