Abortire in Val Susa

E’ uscita la notizia dei 19 progetti finanziati dal fondo Vita Nascente della Regione Piemonte, il fondo che fortifica l’azione delle associazioni pro-life nella regione e che riguarda anche il territorio della Val Susa. 

 

Che cos’è il fondo Vita Nascente? 

Un fondo promosso dall’assessore alle politiche sociali, il dichiaratissimo fascista Maurizio Marrone, che prevede 460mila euro destinati alle donne che decidono di non abortire e portare avanti la gravidanza, coprendo i costi di affitto, mutuo bollette, o che serviranno per acquistare prodotti per la cura del neonato. Di questi 460mila euro, la grossa parte (400mila) verranno dati ad associazioni del terzo settore attivi nei movimenti per la vita ovvero antiabortisti, e accreditate presso le ASL mentre 60mila ad enti gestori, quali le ASL stesse. 

Il fondo è stato approvato ad ottobre di quest’anno in una sola seduta della commissione Sanità del Consiglio Regionale e sono ora pubblici gli assegnatari del fondo.

 

Gli assegnatari in Val Susa e i movimenti per la vita

Dei 400mila euro del fondo, 53,2 mila euro sono stati dati a due progetti dei CAV (centri aiuto alla vita) di Rivoli e Pinerolo che riguardano l’ASL TO3. 

Il “Centro di Aiuto alla Vita e Movimento per la Vita Giuseppe Foradini ODV” di Rivoli è un’associazione di volontariato attiva dal 1988 facente parte dei 300 centri presenti in Italia. Il presidente del CAV di Rivoli, Claudio Larocca è anche il presidente della Federazione Regionale dei Movimenti per la vita e vicepresidente a livello nazionale del movimento. 

Il movimento per la vita in Italia è attivo dagli anni ‘80, tanto che nel 1981 a soli tre anni dalla legge n.194, organizzò un referendum abrogativo che però non ottenne l’appoggio della popolazione. Nel 2007 venne organizzato il primo Family Day e negli anni successivi i movimenti per la vita sono diventati sempre più numerosi e presenti, non solo in Parlamento e nelle giunte regionali, ma anche nelle strade con i loro cartelloni propagandistici giganti e la loro sempre più legalizzata presenza negli ospedali e consultori. 

Nonostante tra le azioni sia sempre presente il tentativo di abrogazione della 194, per sua natura la legge permette la presenza dei gruppi pro-life che interpretano il testo normativo a proprio piacimento. Infatti, la legge con i suoi 22 articoli, uguale da oltre 45 anni, permette l’obiezione di coscienza (art.9) e la libera scelta della persona in stato di gravidanza. Libera scelta che per i pro-life si esplicita anche nella possibilità di scegliere contro l’aborto. Ed è proprio questa natura ambigua della legge a garantire l’esistenza del fondo Vita Nascente. Significa praticamente affermare il “diritto a non abortire”. L’altro elemento su cui si basa la scelta politica dell’estrema destra in regione di elargire tale somma al fondo Vita Nascente e di sostenere il diritto a non abortire è l’idea che le donne sono costrette ad abortire per ragioni economiche. Infatti il fondo garantirà ad un numero limitato di donne di avere un aiuto economico per i primi 18 mesi di maternità. La verità è che le difficoltà economiche a breve termine non sono il motivo per cui le donne decidono di abortire. Di fatto è noto che gli anti-abortisti prediligono i feti e i neonati alle persone adulte e autodeterminate che potrebbero diventare in futuro. 

Ma un fondo del genere, con la massiccia presenza in ospedale e nei consultori delle associazioni pro-life uniti alla sempre maggiore difficoltà di accedere alle procedure di interruzione volontaria di gravidanza, avrà sicuramente presa sulla condizione di precarietà di alcune persone incinta. 

 

La situazione in Val Susa

C’è da chiedersi cosa significhi per un territorio come quello della Val Susa il finanziamento che andrà al Cav di Rivoli. Vediamo qual’è la situazione generale.

In Val Susa e Val Sangone sono presenti due ospedali, Rivoli e Susa, e sono segnalati quattro consultori ad Avigliana, Susa, Giaveno e Oulx. Esisteva anche quello di Condove ormai da un paio d’anni sospeso (anche se risulta solo “temporaneamente sospeso”). Fino al 2014 le Interruzioni Volontarie di gravidanza venivano effettuate all’ospedale di Avigliana (la cui situazione generale oggi è ridicola per la sanità pubblica locale) e poi spostate all’ospedale di Susa dato che si stimavano circa 100-120 aborti all’anno in regime di day hospital.  In parallelo chiudeva il centro nascite a Susa, indirizzando le donne a Rivoli. 

Da febbraio sono in corso diversi botta e risposta tra alcuni consiglieri regionali, l’assessore alla sanità Icardi e la giunta dell’Unione Montana da cui emergono due quadri talmente diversi da far sorgere dei dubbi. 

Nel primo scenario vediamo tra i consultori attivi della Val Susa solo quello di Avigliana (tre giorni alla settimana per un’ora e mezza) e quello di Susa (aperto un giorno a settimana un’ora e mezza) mentre quello di Oulx che dovrebbe essere aperto tre volte alla settimana, è irregolare e discontinuo senza personale. Per la legge che ha istituito i consultori familiari, la 405 del 1975, dovrebbe essere presente un consultorio ogni 20mila abitanti (la Val Susa ne conta circa 90mila). 

Per quanto riguarda l’IVG invece sembra che negli ultimi due anni sia impossibile accedere alle procedure di aborto presso gli ospedali di Susa e di Rivoli, dove 12 medici su 16 sono obiettori di coscienza. Quindi tra Rivoli e Susa ci sono solo 4 medici che praticano l’IVG. 

 

Nell’altro scenario, presentato dalla direttrice dell’ASL TO3 Franca dell’Occo e dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi (Lega Nord), invece pare che dal 2018 per motivi organizzativi le IVG sono eseguite a Pinerolo e a Susa, e che a Susa non ci sono stati interventi per una diminuzione delle richieste. Ovvero in Val Susa da due anni nessuna si è presentata per abortire. Icardi aggiunge che è in corso di attivazione un protocollo per l’utilizzo della RU486 per abortire nei limiti previsti dalla 194 e non solo, come accade ora, solo nei casi di aborto spontaneo. 

 

Quindi è vero che a Susa non si abortisce e se si volesse non si potrebbe farlo con la RU486, il perché questo accada sembra un mistero irrisolvibile anche se la risposta è proprio sotto il nasoi. 

 

Per chiunque avesse necessità di informazioni e supporto rispetto all’Interruzione Volontaria di gravidanza in Val Susa o avesse informazioni e aggiornamenti, venite a trovarci presso Caza Feu, via walter Fontan 12, Bussoleno.