Gynepunk come lotta per i corpi- Mary Maggic

Oggi vi parleremo di Gynepunk, ma non come collettivo di cui parleremo nella prossima puntata ma come attitudine, concetto, come lotta e stile di vita…Ma cosa intendiamo con Gynepunk come lotta e attitudine?

Decolonizzazione dei corpi, demedicalizzazione, lotta alla biosorveglianza, collaborazione interspecie, transhackfemminismo una marea di cose ma oggi nello specifico vi parliamo di: decolonizzazione dei corpi e vi presenteremo alcune streghe punk che portano avanti questa lotta.
Tratto da “Anarcha speaks” di Dominique Christina (traduzione nostra)
 Dr. Sims comprerà altre 9 (schiave)
Quella mattina si svegliò e si accoppiò
con sua moglie, senza tante cerimonie, gettò una gamba
sopra il letto dopo, si alzò e le disse
Che avevano bisogno di più negri
Come dire che hai bisogno di prendere il latte al negozio
Come dire che hai finito le uova e la farina di mais
Era una cosa semplice, sai…
La dichiarazione e la leggerezza
Di esso come una scrollata di spalle o un ammiccamento
Altre donne come le altre tre
Rovinato in qualche modo dall’interno
La sua casa sarebbe una città di resurrezione forse
O meraviglia medica…
Ogni volta che vedi una ragazza nera che sanguina
Pensate: Progresso.
Anarcha è stata una donna schiava sfruttata dal medico schiavista James Marion Sims per gli sviluppi e le “innovazioni” che hanno portato a quella che oggi è considerata la ginecologia moderna. Il suo corpo è la storia di tutt* noi. Ed è da questa storia che nasce il collettivo Gynepunk. E quando parliamo di lotta parliamo proprio della necessità di decolonizzare i nostri corpi dai saperi patriarcali che li hanno determinati per secoli. Abbiamo cominciato a chiamare le donne streghe dal momento in cui la loro capacità di curare, sanare e gestire i corpi è divenuto un atto criminale.
Per questo oggi vi parliamo di alcune streghe punk che negli ultimi anni hanno cercato di esplorare il potere collettivo di liberarci dal patriarcato a partire dal concetto di corpo, malattia e medicina.
La prima che vi presentiamo è Mary Maggic 
Mary Maggic (Los Angeles, 1991) è un’artista non binaria cinese-americana che attualmente vive a Vienna, in Austria. Il suo lavoro spazia dalla scienza amatoriale, a workshop pubblici, performance,installazioni,  documentari e narrativa speculativa. Dal 2015, la ricerca di Maggic si è concentrata sulla biopolitica ormonale e sulla tossicità ambientale e su come le etiche e le metodologie del biohacking possano servire a demistificare le linee invisibili del (bio)potere molecolare. 
La pratica interdisciplinare è quella dello scavo socio-politico, indagando il ruolo della scienza istituzionale e delle biotecnologie nella costruzione di finzioni somatiche e immaginari politici di massa. Attingendo al concetto di dilettantismo pubblico e alla nozione di “sabotaggio biologico sfocato”, questa pratica si manifesta attraverso workshop partecipativi pubblici e biohacking come siti critici di cura, produzione di conoscenza e queerizzazione dello status quo.
Nel MANIFESTO si legge: abitiamo tutt* in un mondo profondamente inquinato che è profondamente legato al capitalismo patriarcale, dove le sostanze chimiche alterano il sistema endocrino delle persone. Nel tentativo di ottenere una comprensione analitica di come l’inquinamento chimico sia legato alla normatività ecologica, gli scienziati hanno utilizzato la distanza anogenitale (AGD; distanza tra ano e genitali) come parametro biometrico per valutare la tossicità riproduttiva”.  
La misurazione della distanza anogenitale negli esseri umani neonatali è stata suggerita come metodo non invasivo per determinare la femminilizzazione maschile e la virilizzazione femminile e quindi prevedere i disturbi riproduttivi neonatali e adulti.  I risultati mostrano che l’AGD è in costante diminuzione nel tempo. Dobbiamo (ri)considerare il corpo “normativo”, e come i corpi “disobbedienti” siano già patologizzati – dalla medicalizzazione di bambini nati da genitali ambigui alla squalifica degli atleti intersessuali sulla base della biologia. Queste linee guida contano. Ciò che comportano è importante. Determinano come siamo politicizzat*, come siamo sorvegliat*, a causa della nostra biologia, se rientriamo o meno nella norma oppressiva.  Il progetto immagina uno studio sulla popolazione queer-femminista che scelga l’identità di genere degli utenti al di là dell’assegnazione di genere da parte dei medici. Decostruendo i modi in cui la scienza viene eseguita e le categorie vengono determinate, tali studi vengono raccolti nell’ Alien Genital Database che serve come base per ::ridefinire l’estetica e le tassonomie genitali dell’era della tossicità::. La partecipazione a questo database simboleggia una strategia contro-egemonica che smembra lo strumento di proprietà dello Stato per controllare l’alterità, riconosce i nostri corpi come non fissi e mutevoli in questo paesaggio strano e crea ampio spazio per la nostra varianza tossica, per tutte le entità aliene che vivono tra di noi. Scriviamo il nostro futuro…
Portiamo come esempio il progetto “HOUSEWIFES MAKING DRUGS” che è un vero e proprio spettacolo di cucina (in stile Clerici) immaginario in cui le star trans-femme, Maria e Maria, insegnano al pubblico a casa passo dopo passo come cucinare i propri ormoni. Eseguono una semplice “ricetta di estrazione di ormoni urinari” mentre divertono il pubblico con le loro argute battute sul corpo e sulla politica di genere, sull’accesso istituzionale agli ormoni e su tutto ciò che è problematico con l’eteronormatività. Scegliendo la cucina come il terreno di battaglia appropriato per affrontare la politica del corpo/di genere e l’accesso istituzionale, il cooking show mira a sfidare/sovvertire la società patriarcale e speculare su un mondo con una maggiore sovranità corporea per tutt*.
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